Storia e descrizione artistica

Nel 1854, nel periodo in cui una gravissima epidemia di colera flagellava Messina e altre parti della Sicilia, venne emanato il bando di concorso affinché si edificasse un camposanto per la città.

Il bando fu aperto a tutti i progettisti del Regno delle due Sicilie e vide vincitore l'architetto messinese Leone Savoja ma passarono ben sette anni prima che la giunta municipale deliberasse l'esecuzione dell'opera, anche se i lavori più importanti iniziarono nel 1865.

Inaugurato nel 1872, per l'occasione furono trasferiti da Torino nel famedio, luogo di sepoltura dei cittadini illustri, i resti di Giuseppe La Farina, politico, scrittore e massone messinese.

Sono inoltre presenti monumenti tombali dedicati alle vittime del terremoto del 1908.

Descrizione artistica

L'architettura liberty e neoclassica del cimitero è arricchita dalla presenza di una lussureggiante vegetazione e dai curatissimi giardini che inframezzano gli spazi sepolcrali. Il cimitero fu concepito sin dalle origini come un vero e proprio parco urbano e può essere definito "la galleria d'arte moderna e contemporanea all'aperto" della città di Messina.

Sono tante, infatti, le presenze di artisti locali e non, sia dell'Ottocento che del Novecento, propugnatori in città delle varie correnti artistiche provenienti dal continente, in particolare dalla Francia (purismo, verismo, neobarocchismo, liberty, razionalismo). Nella parte alta del cimitero è presente la chiesa di stile gotico chiamata "Cenobio", inizialmente residenza del cappellano del cimitero che rivestiva anche il titolo di direttore.